mercoledì 23 aprile 2014

Audizione di Salviamo Il Paesaggio in Regione Lombardia...NOI C'ERAVAMO!

 Qui i comunicati stampa locali pre e post audizione



Giovedì 10 aprile 2014, il coordinamento dei comitati lombardi di Salviamo il Paesaggio, ha partecipato a un’audizione consultiva richiesta della Regione, nello specifico da un apposito gruppo di lavoro istituito dalla V commissione Territorio e infrastutture. L’argomento dell’audizione verteva sull’opportunità di una revisione della legge regionale 12/2005, la legge che disciplina la pianificazione territoriale nei vari livelli amministrativi. La Regione sta valutando le 4 proposte di revisione presentate dai partiti che compongono il consiglio lombardo oltre quella di iniziativa della Giunta, ed ha ritenuto opportuno convocare le associazioni ambientaliste al fine di ascoltare le proposte dei cittadini.
Ringraziando per l’occasione di confronto, i nostri relatori, Giuliana Cislaghi e Massimo Soldarini, hanno elencato quelli che a nostro avviso sono i punti cardine per garantire un concreto ed effettivo arresto del consumo di suolo, particolarmente importante per il territorio della nostra Regione, che ha terre tra le più fertili in assoluto e contribuisce per il 16 % al prodotto agroalimentare nazionale.
In particolare riteniamo che sia necessaria una puntuale e completa informazione ai cittadini sui dati reali del consumo di suolo, comprendendo le previsioni su suoli liberi dei PGT (Piani di Governo del Territorio) adottati, ciò in quanto tali dati sono imprescindibili per consentire una programmazione territoriale avveduta. A tale proposito abbiamo chiesto una precisa valutazione del patrimonio edilizio inutilizzato, sia abitativo che industriale (Censimento del cemento), da mettere in relazione con l’andamento demografico degli ultimi 10 anni.
Abbiamo ricordato che, gli auspicabili processi di rigenerazione urbana e di riqualificazione di aree urbane degradate, nonché di quelle ad uso produttivo dismesse o sottoutilizzate, non devono prescindere da una rigorosa valutazione dello stato di inquinamento esistente. Pertanto è necessario che tutti gli atti dei PGT vengano sottoposti a VAS e non soltanto il Documento di Piano come avviene tuttora.
Non meno importante è far entrare nel computo del consumo di suolo dei singoli Comuni, anche le opere infrastrutturali di interesse sovra comunale (strade, cave estrattive, linee ferroviarie, ecc.), che spesso divengono l’apripista per un nuovo consumo di suolo.
Abbiamo rimarcato la necessità di procedere con programmazioni territoriali per aree vaste ed omogenee, individuando nel concetto di Bio-territorio l’area di un intervento coordinato di gestione e programmazione territoriale. La programmazione territoriale per singoli comuni è ormai superata e spesso controproducente e abbiamo espresso la nostra assoluta contrarietà a che i Piani urbanistici di qualsiasi livello prevalgano sulla programmazione territoriale delle aree protette.
Inoltre, abbiamo chiesto che le associazioni possano direttamente interagire con l’Osservatorio sul consumo di suolo, che una delle proposte di legge in esame propone di rendere più incisivo e costante nel monitorare il processo di urbanizzazione in relazione anche al rispetto della norme che regolano il governo del territorio, ciò al fine di verificare annualmente l’effettiva efficacia della legge, con il fondamentale contributo di chi risiede e vive in un territorio, le associazioni dei cittadini appunto.
Sulla norma transitoria, che consentirebbe ai comuni di operare con la normativa vigente fin tanto che la nuova legge non entri in vigore, abbiamo dichiarato la nostra netta contrarietà, chiedendo di abbreviare i tempi di attuazione della legge laddove possibile e di fermare nuove autorizzazioni edificatorie. Infine, essendo state ritirate le proposte del Partito Democratico e del Movimento 5 stelle per apportare aggiornamenti, abbiamo chiesto di poter visionare le proposte aggiornate, chiedendo una ulteriore audizione per dare il nostro contributo e consolidare il processo partecipativo che la Regione ha avviato.
L’audizione del Forum è stata accompagnata da un primo significativo documento che riassume le nostre posizioni sul delicato tema e che potrete scaricare da qui.


mercoledì 2 aprile 2014

Il TAR respinge il ricorso sulla tariffa dell'acqua


La mobilitazione continua

Oggi è stata diffusa la sentenza del TAR Lombardia con cui si stabilisce che il ricorso promosso dal Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua e Federconsumatori contro il metodo tariffario del servizio idrico elaborato dall'Autorithy per l'Energia Elettrica e il Gas non è stato accolto. Prendiamo atto delle motivazioni della sentenza, ma ci tocca constatare che la lettura prodotta dal TAR Lombardia è appiattita sulla teoria economica dominante riproponendo l'assunto per cui il servizio idrico è sottoposto alle logiche del mercato e del profitto.

Come movimento per l'acqua ci teniamo, quindi, a denunciare la gravità di questa decisione in quanto assume un significato che va ben al di là del contenuto specifico del ricorso e attiene maggiormente a principi quali il rispetto degli strumenti di democrazia diretta garantiti dalla Costituzione, ovvero il referendum, e il rispetto della volontà popolare. Infatti, ribadiamo che il metodo tariffario predisposto dall'AEEG viola palesemente l'esito del secondo referendum sul servizio idrico del giugno 2011, quello che ha abrogato la remunerazione del capitale investito nelle tariffe.

Come movimento per l'acqua proseguiremo la mobilitazione e le campagne volte alla piena e reale attuazione degli esiti referendari, attraverso la Campagna di Obbedienza Civile e quella per la ripubblicizzazione del servizio idrico, e valuteremo, entro breve, l'opportunità di ricorrere in Consiglio di Stato.
Roma, 27 Marzo 2014.
Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua


Depositata la legge nazionale per l'acqua pubblica e partecipata
Una legge in attuazione dei referendum 2011

Il Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua è lieto di poter comunicare che ieri, giovedì 20 Marzo, è stato depositato, presso la Camera dei Deputati, il testo aggiornato della legge di iniziativa popolare, presentato nel 2007, "Principi per la tutela, il governo e la gestione pubblica delle acque e disposizioni per la ripubblicizzazione del servizio idrico". Tale fatto assume un valore aggiunto e una grande valenza politica poichè avviene, sostanzialmente, in occasione della Giornata Mondiale per l'Acqua (22 Marzo 2014). Infatti, all'inizio dell'attuale legislatura, ci siamo adoperati affinchè nascesse l'intergruppo parlamentare "Acqua Bene Comune" che si ponesse come obiettivo prioritario la condivisione di quel testo e poterlo ripresentare alla discussione parlamentare. 

Il testo della proposta di legge è stato depositato attraverso la sottoscrizione di decine di parlamentari afferenti a diverse forze politiche (Movimento 5 Stelle, Sinistra Ecologia e Libertà, Partito Democratico) in armonia con lo spirito che ha portato alla costituzione dell'intergruppo Acqua Bene Comune, al quale hanno aderito più di 200 parlamentari.

La presente proposta di legge risponde, quindi, all'urgenza di dotare il nostro paese di un quadro legislativo unitario rispetto al governo delle risorse idriche come bene comune, introducendo modelli di gestione pubblica e partecipata del servizio idrico,procedendo da subito alla ripubblicizzazione dello stesso.

Tale testo, dunque, scaturisce dalla necessità di un cambiamento normativo nazionale e risulta essere la reale e concreta attuazione dell'esito referendario, che segni una svolta radicale rispetto alle politiche, che hanno fatto dell'acqua una merce e del mercato il punto di riferimento per la sua gestione.

Chiediamo quindi che il Parlamento avvii da subito la discussione di questa legge proprio nel rispetto della volontà popolare chiaramente espressa dalla maggioranza assoluta del popolo italiano con i referendum del 2011, perchè ancora una volta si scrive acqua ma si legge democrazia.

Roma, 21 Marzo 2014.
Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua



martedì 1 aprile 2014

"Non bocciate quel bambino!" - Dove non ci sono i supporti, arrivano i bimbi.

Quando dei bambini (dei GRANDI bambini) di prima media riescono di più dello Stato, e arrivano proprio dove mancano tutti i supporti.
Ecco da chi imparare.
Racconto-intervista tratta da Vanity Fair, di Andrea Carugati

«Prof, se continua con questi voti, Matteo lo bocciate?». La risposta non aveva lasciato dubbi ai bambini della prima B. Eppure Matteo non è uno studente svogliato o distratto o incapace. Matteo è semplicemente un bambino cinese: il suo vero nome è Xu Jin Yu, è arrivato pochi mesi fa dal sud della Cina, e come decine di altri figli di immigrati solo nel comprensorio scolastico della zona, parla poche parole d’italiano.
Un bel problema per i pur volenterosi insegnanti delle medie Sandro Pertini di Assago (Milano), che solo poche ore alla settimana possono contare su una traduttrice del Comune, e per il resto devono fare da sé. Così, a Matteo, decidono di pensarci i suoi compagni, organizzandosi. «Che problema c’e’? Lo aiutiamo noi. Non ha colpe se non parla l’italiano, giusto prof?», chiedono Alex, Claudio, Davide, Emanuele, Linda, Luigi, Manuela, Martina, Sara, Vanessa e tutti gli altri della prima B.
Chi conosce meglio la matematica insegna a Matteo la matematica, chi conosce meglio l’italiano insegna l’italiano, e così via, usando per capirsi il linguaggio universale della musica.

«Con la musica, e in parte anche con l’informatica, abbiamo sviluppato una specie di alfabeto», raccontano. «Matteo è intelligente e riusciamo a comunicare con questi sistemi che ci siamo inventati. Poi usiamo il traduttore di Google sul cellulare: la classe è come una squadra e lui è uno di noi».

Facile? Per nulla. Gli improvvisati insegnanti di sostegno sperimentano anche quanto possa essere un mestiere duro e faticoso: «Siamo felici di dargli una mano, ma a volte è molto difficile», dicono Vanessa e Linda, che aiutano Matteo in diverse materie. «Però ne vale la pena: lui sta andando meglio e badare alle sue necessità rende più responsabili anche noi». La cosa più sorprendente, come sottolinea anche Giuditta Lombardi, coordinatrice della classe, è il cuore dei suoi alunni, la naturalezza con cui si stanno dedicando a un’impresa in fondo straordinaria.

Perché, ci si potrebbe chiedere, perdere tempo con un compagno? E le risposte dei ragazzi sono così semplici, naturali e oneste da apparire rivoluzionarie: «Perché era in difficoltà. Perché non ha colpe. Perché bisogna capire che è un bambino lontano da casa propria e che non deve essere facile vivere così. Perché l’immigrazione è una cosa triste: lasciare la vecchia casa per andare in una nuova, in un posto sconosciuto, è brutto, no? Perché restare soli e lasciare gli amici, i vecchi compagni è difficile. Perché é giusto aiutare i nuovi arrivati, accoglierli, e farli sentire bene, come a casa loro». Capito?

Ps: Dopo l’intervento di sostegno dei compagni, Matteo sta lentamente risalendo la china dei voti e forse non verrà bocciato. Si impegna, studia, e appena può mette a frutto gli insegnamenti della «squadra». Per esempio, con quattro parole che tiene a dire in italiano, sussurrate timidamente: «Grazie per avermi aiutato».